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venerdì 28 dicembre 2007

Ipse dixit: così parlò Cascarano senior

Questi i passi iniziali, testualmente riportati, della lettera che, con con un moto d'orgoglio, l'editore e fondatore Vincenzo Cascarano (foto) scrisse sulle pagine del suo "Meridiano" in occasione del numero speciale del 2 ottobre 2007 dedicato al primo compleanno del quotidiano:

«Un giorno un imprenditore di Foggia, ma che vive a Roma, decise di editare un giornale. Accennò l'idea ad un pò di amici, a qualche conoscente ed anche a qualche politico locale. "Ma non può sopravvivere un'iniziativa di questo tipo a Foggia" fu il commento più benevolo ascoltato [...] Tutti criticarono ergendosi a "soloni" dell'editoria […] Essendo il nostro personaggio uno abituato a cantare fuori dal coro, non si aspettava adesioni entusiaste anche perché la nostra realtà nazionale è tale per cui le idee vengono sposate quando queste provengono da un appartenente ad una "lobby". Il nostro uomo, invece, non aveva mai fatto parte di camarille […] alcune delle quali sono dedite da sempre a curare solo gli interessi personali avendo disprezzo della correttezza e qualche volta persino dell'onestà. Non si fece scoraggiare, però, il nostro imprenditore. Volle andare avanti per la sua strada anche perché voleva dare un contributo al miglioramento della società che lo vide nascere e muovere i primi passi».


Commento: Parlava di correttezza e di onestà, in quella lettera, il fondatore de "il Meridiano". Di quei princìpi a cui, purtroppo, è venuto meno lasciando di colpo per strada - e senza stipendi - una ventina di lavoratori (cifra in difetto se si considerano anche i collaboratori esterni), dei cui diritti continua con protervia ad infischiarsene, nonostante l'intervento delle istituzioni locali e persino del rappresentante del Governo in questa malandata provincia. Forse, per l'editore Cascarano, i veri artefici di un prodotto editoriale nato in partenza con più di un difetto "nel manico" sono sempre stati solo una "zavorra" di cui liberarsi piuttosto che una imprescindibile risorsa. E poco importa che quei lavoratori, per mesi e mesi, siano andati ben al di là dei loro doveri, arrivando a lavorare anche 12 ore al giorno e rinunciando a lungo finanche al giorno di riposo che spettava loro per contratto.

Mentre il "carrozzone" della proprietà girava in lungo e in largo l'Italia, sostando in lussuosi hotel in occasione di operazioni pubblicitarie o di marketing illogiche e improvvisate, quei lavoratori davano quotidianamente fondo alle proprie capacità al fine di realizzare, pur tra mille difficoltà, un prodotto apprezzabile e dignitoso. "Che cosa ha fatto questa città per noi?", ebbe a dire l'editore nel corso del suo ultimo incontro con il corpo redazionale, che a ragione manifestava le proprie legittime preoccupazioni per la mancata corresponsione degli stipendi. Il suo disappunto lasciava trasparire un certo malcontento per contributi "assistenzialisti" mai goduti. Cosa si aspettava Vincenzo Cascarano? Che la Città concorresse alla sua intrapresa editoriale? Suvvia, ma se il Comune non aveva neanche i soldi per pagare le bollette della luce...Piuttosto, c'è da chiedersi come mai "il Meridiano" non sia riuscito a procurarsi neanche lo "straccio" di una pubblicità istituzionale (su quella di tipo "commerciale" meglio stendere un velo pietoso). Eppure l'editore catalogava sindaco e presidente della Provincia come "suoi amici".

Invettive, critiche, sermoni e pistolotti verso chiunque, ma mai un serio momento di autocritica. Dottor Cascarano, non è mai troppo tardi per rimediare (almeno in parte) ai propri errori e per recitare il "mea culpa"...

Michele de Respinis
ex redattore de "il Meridiano"


Per leggere integralmente la lettera di Vincenzo Cascarano, pubblicata sulle pagine de "Il Meridiano" in occasione dell speciale del 2 ottobre 2007, scarica il PDF e vai alla pagina 22.