Historia magistra vita est. Recitavano gli antichi padri. Avevano torto. La Storia non è maestra di vita, ma cammina con i piedi degli uomini che non sempre calpestano prati verdi e campi fioriti, anzi molto spesso amano lasciare traccia nel brago e nella melma maleodorante. Tanto trovano sempre uno zerbino sul quale pulire le scarpe, visto che nel nostro Paese imbroglioni e impostori hanno sempre le scarpe lucide: dal rampismo di craxiana memoria alle scalate di immobiliaristi e bancari allegri, passati con disinvoltura dalle tavole rotonde con Governatori e imprenditori a quelle del palcoscenico, coltivando velleità canore e rivalse da avanspettacolo.
Quasi ottant’anni dopo massima è la rappresentazione del gramsciano “popolo delle scimmie”, di coloro che riempiono la cronaca ma non fanno la storia; lasciano traccia nel giornale ma non offrono materiale per scrivere libri. Il popolo delle scimmie è convinto “di essere superiore a tutti gli altri popoli della jungla, di possedere tutta l’intelligenza, tutta l’intuizione storica, tutta la sapienza di governo”. Vivono appagando capricci isterici e accusano gli altri - ieri come oggi i lavoratori - dei propri fallimenti, tanto trovano sempre un modo per pulirsi le scarpe. E poca importa se nello strofinare le suole sullo zerbino schizzano fango e merda su chi ha una unica colpa: avergli prestato ascolto cercando di svolgere al meglio il proprio lavoro. In Italia è consentito: gli imbroglioni imperano e vengono anche premiati da un sistema che non tutela i deboli e gli sfruttati. Così si permette di “creare” una nuova impresa editoriale a chi ha un conto in sospeso con i precedenti dipendenti, ancora in attesa - dopo quattro anni dal fallimento - di vedersi riconoscere quanto dovuto. Gente senza memoria che sfodera la Durlindana e si fa addirittura paladino della legalità con resoconti giornalistici da rotocalco, trovando persino seguito. Dalle scimmie ai beoti.
E il sistema italiano tutela anche chi si permette di fare impresa senza pagare i propri dipendenti, continuando a lucrare sul lavoro altrui, infischiandosene dell’autorità giudiziaria, delle carte bollate, delle più elementari relazioni sindacali. Tanto in Italia tutto è permesso e poco importa se si lasciano per strada i lavoratori, se non si consente, ex abrupto, l’accesso sul posto di lavoro, se si dequalifica la loro professionalità, se si calpesta lo Statuto dei lavoratori, costato sangue e battaglie anche a chi ora siede tra gli scranni parlamentari, persino su quello più alto e formula anche gli auguri di buon lavoro a un giornale che non c’è, che celebra il suo anniversario mentre sarebbe stato più opportuno ricordare il proprio trigesimo.
La cronaca ci consegna un Paese che ha perduto il senso del ridicolo. Un Paese marcio e clientelare, destinato a perire in fretta e in modo traumatico, finendo nel gioco di un despota. Eja eja alalà.
Maurizio Tardio
Quasi ottant’anni dopo massima è la rappresentazione del gramsciano “popolo delle scimmie”, di coloro che riempiono la cronaca ma non fanno la storia; lasciano traccia nel giornale ma non offrono materiale per scrivere libri. Il popolo delle scimmie è convinto “di essere superiore a tutti gli altri popoli della jungla, di possedere tutta l’intelligenza, tutta l’intuizione storica, tutta la sapienza di governo”. Vivono appagando capricci isterici e accusano gli altri - ieri come oggi i lavoratori - dei propri fallimenti, tanto trovano sempre un modo per pulirsi le scarpe. E poca importa se nello strofinare le suole sullo zerbino schizzano fango e merda su chi ha una unica colpa: avergli prestato ascolto cercando di svolgere al meglio il proprio lavoro. In Italia è consentito: gli imbroglioni imperano e vengono anche premiati da un sistema che non tutela i deboli e gli sfruttati. Così si permette di “creare” una nuova impresa editoriale a chi ha un conto in sospeso con i precedenti dipendenti, ancora in attesa - dopo quattro anni dal fallimento - di vedersi riconoscere quanto dovuto. Gente senza memoria che sfodera la Durlindana e si fa addirittura paladino della legalità con resoconti giornalistici da rotocalco, trovando persino seguito. Dalle scimmie ai beoti.
E il sistema italiano tutela anche chi si permette di fare impresa senza pagare i propri dipendenti, continuando a lucrare sul lavoro altrui, infischiandosene dell’autorità giudiziaria, delle carte bollate, delle più elementari relazioni sindacali. Tanto in Italia tutto è permesso e poco importa se si lasciano per strada i lavoratori, se non si consente, ex abrupto, l’accesso sul posto di lavoro, se si dequalifica la loro professionalità, se si calpesta lo Statuto dei lavoratori, costato sangue e battaglie anche a chi ora siede tra gli scranni parlamentari, persino su quello più alto e formula anche gli auguri di buon lavoro a un giornale che non c’è, che celebra il suo anniversario mentre sarebbe stato più opportuno ricordare il proprio trigesimo.
La cronaca ci consegna un Paese che ha perduto il senso del ridicolo. Un Paese marcio e clientelare, destinato a perire in fretta e in modo traumatico, finendo nel gioco di un despota. Eja eja alalà.
Maurizio Tardio
3 commenti:
Voglio segnalare questa notizia pubblicata sul sito www.puglianelmondo.it
Eccola
Incontro con Vincenzo Cascarano, editore del quotidiano “Il Meridiano”
10/10/2007
Mercoledì 10 ottobre piacevole incontro avvenuto presso gli uffici del quotidiano “Il Meridiano” del presidente dell’Ass.Intern.”Pugliesi nel Mondo” Giuseppe Cuscito con l’editore foggiano Vincenzo Cascarano, accompagnato da Rocco Milano, resp.nazionale Dipartimento Cultura e Comunicazione,. Il presidente Cuscito si è complimentato con l’editore per aver creato un quotidiano, l’unica vera testata nazionale totalmente nelle mani di un imprenditore pugliese, che ha creduto nella sua Terra. Questo può legarci maggiormente, dice il presidente, perché tutto ciò che è “Made in Puglia” viene promosso dalla nostra Associazione, come da nostro statuto. La crescita di una Azienda pugliese può portare solo benefici a nostro territorio, lavoro per i nostri giovani e.....ne abbiamo veramente tanto bisogno! Disponibili nel collaborare e far conoscere ai nostri corregionali lontani dalla nostra amata Puglia questo quotidiano che di sicuro avrà ancora più successo. L’editore ringrazia ricordando i grandi investimenti fatti per “Il Meridiano”senza l’aiuto di nessuno, un giornale libero che non deve niente a nessuno....se non ai suoi elettori. Gli obiettivi futuri sono ambiziosi, pur tra le tante difficoltà, c’è la voglia di continuare, dopo aver festeggiato il primo anno puntiamo nell’allargarci in altre regioni e di certo, la vostra collaborazione, sarà utile.
COMMENTO: bella sta cosa dell'allargarsi ad altre regioni. E pensare che oggi non c'è che un sito non aggiornato e una trentina di persone che a Cascarano gli hanno fatto causa.
Quei tanti perchè senza risposta
PERCHE':uno pseudo imprenditore si improvvisa editore.Lavora, o meglio, fa lavorare per mesi e mesi uno staff di persone che gli impostino un progetto editoriale. Coinvolge menti e risorse per la realizzazione di un prodotto che sa fin dall'inizio condannato ad una miserevole fine?
PERCHE': sempre lo stesso pseudo imprenditore non pago dei numerevoli fallimneti nella sua carriera ne progetta un'altro, l'ennesimo?
PERCHE': via via che il nuovo progetto editoriale prendeva forma si liberava dei vari collaboratori a cui si rivolgeva?
PERCHE':si approdava, dopo varie vicissitudini e numerose defenestrazioni, ad un prodotto mediocre, senza un chiaro progetto nè industriale, nè editoriale, nè commerciale?
PERCHE': sempre lo stesso pseudo imprenditore, si attorniava di una serie di loschi figuri che lo hanno sfruttato fino all'osso. Figuri chiamati dal Nostro a gestire un'impresa che meritava attenzione, competenza, professionalità e soprattutto onestà?
PERCHE':si è letteralmente dilapidatao un ingente somma di danaro in una impresa che già dai suoi primi mesi di vita coltivava il germe del suo fallimento?
PERCHE':i giornalisti e i collaboratori de "Il Meridiano" hanno chiuso gli occhi, le orecchie e la bocca fino alla fine?
PERCHE': mai nessuno ha alzato il velo sulle innumerevoli anomalie, angherie,stranezze che si vivevano ogni giorno in redazione?
PERCHE':l'ultimo direttore responsabile approdato al giornale non ha mai parlato in questi mesi. Non ha mai preso posizione pubblica nè a favore dei suoi giornalisti, nè a favore dell'editore, restando in un ambiguo silenzio?
PERCHE': abbiamo dovuto assistere alla esilarante se non triste farsa del numero speciale de "Il Meridiano" che celebrava il primo anno di vita del quotidiano. Farsa a cui hanno dato volto e parole in molti, non lesinando elogi ed apprezzamenti che si sono poi rivelati triste viatico ad un declino annunciato?
PERCHE':pochi ricordano oggi le vicende che hanno colpito le prime "vittime" dell'Editrice del Meridiano". I tanti giornalisti e collaboratori della prima ora allontanati, sarebbe meglio dire cacciati, a malo modo e senza giustificato motivo?
PERCHE'? lo pseudo imprenditore-editore-fondatore ancora oggi non dichiara il fallimento di questa sua ennesima futile impresa?
I perchè non sono finiti, lunga sarebbe la lista.
PERCHE' non facciamo un gioco?
Scrivete i vostri perchè sulla vicenda de "Il Meridiano", non avremo risposte, ma vivaddio avremo chiesto......
A.A.A.
Nn so se confermata dai fatti ma are chestamattina (11 gennaio)il dott. Vincenzo Casacarano, fondatore de "Il Meridiano" sia a colloquio o comunque vi sarà, con il Prefetto.
L'ho saputo in giro, voci di strada, e ve lo comunico....
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